19 febbraio 2006

LE PAROLE DI OGGI, I RICORDI DI ALLORA

Oggi ho ripercorso, come mi è successo varie volte in questi ultimi tempi, le vie e rivisto i vecchi luoghi dove sono nato e dove ho trascorso il primo trentennio della mia vita. Nel cercare di ricucire i vecchi episodi di quel tempo, legati spesso a particolari aspetti locali, mi è sfuggito di ricordare, nel corso del mio narrare, di ridisegnare nella mia memoria una figura che io reputo storica: un albero. L'albero che oggi ho "rivisto" è sempre lì, situato all'inizio della Via di Grotta Perfetta, quando iniziava dalla Via Ostiense (ora si chiama Viale G.Imperatore), proprio all'angolo della trattoria Vallombrosa..."Cara, vecchia Acacia, ti avrò toccata e accarezzata centinaia di volte. Sono sempre stato testimone dei tuoi cicli ripetitivi di vita e di letargo floreale. Sono passato di lì altre volte ma, mai mi è venuto in mente di volgerti uno sguardo, un frettoloso saluto, niente. Quante volte ho sostato alla tua ombra. Non ricordarti subito ha fatto nascere dentro di me un grande rimorso, anche se pieno di tenerezza. E' giusto, ora, riparare alla dimenticanza: scusami, cara, vecchia Acacia. Passandoti vicino ho notato che il tuo corpo è solcato di una profonda cicatrice. Proprio come allora. Solo che allora era molto più larga e profonda, dalla quale fuoriusciva la tua linfa che bagnava le mie mani nell'atto di accarezzarti. Sei riuscita a guarire? Come hai fatto? Va bene, me lo dirai quando passerò di nuovo
a trovarti...Chissà se riuscirai a riconoscermi..."

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